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Cari lettori,
“Se corri come un fulmine, ti schianti come
un tuono”…la frase da cui il film prende il titolo rispecchia sia il
protagonista Luke il bello (Ryan Gosling), sia il regista, Derek Cianfrance; alla sua terza pellicola (la precedente è “Blue Valentine”) egli ci offre una
spettacolo di quelli che lasciano il segno, che va aldilà di una semplice
storia, che si costruisce piano, dolorosamente e che non mente.
La trama è generazionale: il protagonista Luke Glanton (Ryan Gosling) giovane ed espertissimo motociclista dal passato
travagliato, si ritrova a essere padre di un bimbo di un anno, Jason, avuto da una relazione
occasionale con una donna di nome Romina(
Eva Mendes); intenzionato a non
mancare come figura paterna per il figlio, cerca in ogni modo di costruire
quella famiglia che a lui era mancata. L’ unica via per trovare i mezzi
finanziari di cui necessita gli viene proposta dal suo amico Robin: rapinare banche e fuggire ad
altissima velocità sulla sua moto, l’unica famiglia che Luke abbia avuto.
Il Destino però è crudele e metterà sulla
strada di Luke un poliziotto
laureato in legge, Avery Cross (Bradley Cooper) che “adempirà al suo
dovere”. La storia prosegue con varie vicissitudini che preferisco lasciare
alla vostra visione. 15 anni dopo, il Destino si intrometterà ancora nella vita
dei due uomini e farà incontrare i loro figli, Jason e AJ.
Cianfrance ci descrive una realtà crudemente
triste; senza paura mostra come spesso ciò che apparentemente, agli occhi
dell’opinione pubblica, è pulito e giusto, in realtà nasconde un sudiciume di
gran lunga più pesante di quello che ricopre i vestiti del protagonista Luke.
Egli, considerato l’antieroe è in realtà prigioniero di un sistema che non ti
offre una seconda possibilità, che condanna e seppellisce la verità con una
medaglia al valore e un discorso costruito da campagna elettorale.
Avery si fa
trascinare in un mondo che all’inizio non concepisce ma che in fretta riesce ad
imprigionarlo e lo allontana dalla moglie (interpretata da Rose Byrne) ma lo avvicina al padre (un bravo Harris Yulin), Giudice della Corte Suprema, invischiato
perfettamente nel sistema. D’altronde il
sangue è sangue, ed è qui la chiave del film e l’elemento di maggior
valore: il sangue ci lega ai nostri padri, ciò che è in loro è anche in noi e
né il tempo, né le bugie possono cancellarne il segno. Così come il tatuaggio
sul viso di Luke, suo figlio Jason ha impressi in sé i suoi occhi e il suo
cuore e così come il padre Avery, AJ è condannato a una vita di falsità.
Bravi gli
interpreti, in primis Ryan Gosling ( che aveva già recitato nel precedente
“Blue Valentine”) ma anche Bradley Cooper e una nota di merito a un ormai
anziano ma maledettamente tagliente Ray
Liotta (ne è passato di tempo da “Quei
bravi ragazzi” ma il suo sguardo lascia ancora il segno).
Pregevole è la colonna sonora, adatta a ogni momento,
accompagna lo spettatore nella comprensione e assimilazione di ogni scena;
buona anche la fotografia che cambia
a seconda dell’ambiente e dei personaggi che contorna: più sporca all’inizio
(questa parte ricorda un po’ il bel film del 2011 “Drive” di Winding Refn con
protagonista lo stesso Ryan Gosling), decisamente più nitida nel prosieguo.
Cianfrance ci
offre davvero uno spettacolo meritevole, una storia che non risparmia, velata
di triste consapevolezza ma che salva un pizzico di felicità con la nostalgia
di una foto e l’acquisto di una moto “Honda” che, grazie a un talento naturale,
impresso nelle vene di Jason, lo porta verso un nuovo inizio e regala allo
spettatore un sorriso finale.
4 stelle e ½!
Spero la mia
recensione vi sia piaciuta, con affetto,
Cris
Fonti: Wikpedia, MyMovies
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Dear readers,
“If you ride
like lighting, you’re gonna crush like thunder”...this quote totally
reflects both the protagonist, Luke, (Ryan Gosling), and the director, Derek Cianfrance; in his third movie (the last one was “Blue Valentine”) he gives us an
unforgettable show; it’s something that goes beyond a simple story, it builds
up slowly, with sorrow and truth.
The plot is generational:
the protagonist, Luke Glanton (Ryan Gosling), a young and talented
motorcyclist with a tough past, finds out he has a one-year old baby, Jason, born from a one night stand with
a girl called Romina( Eva Mendes); since he wants to be a
part of his child’s life as his father, he tries his best to build up that
family he never had. The only way to find enough money to do that comes from
his friend Robin: he suggests Luke
to rob banks and escape really quickly with his motorcycle, the only family he
ever had.
But Destiny is
cruel, and will make Luke meet with a policeman
with a law degree, Avery Cross (Bradley Cooper), who will “fulfill his
duty”. The story goes on with a lot of different things, that you’ll see when
you watch the movie. 15 years later, Destiny will get in these two men’s lives
once again, and will make their children, Jason
and AJ, meet.
Cianfrance tells
us all about a bluntly sad reality; without any fear, he shows us how what
happens often looks right and clean to people’s eyes, but is actually dirtier
and worse than Luke’s clothes. He is considered the anti-hero, but he’s
actually locked into a system that doesn’t give you a second chance, it
condemns you and buries the truth with a Medal of Valor and an election
campaign speech.
Avery gets caught into a world he doesn’t know at the
beginning, but that quickly locks him up, takes him away from his wife (played
by Rose Byrne) but brings him closer
to his dad (a great Harris Yulin), a
Supreme Court Justice, perfectly involved in the system. After all, blood is blood, this is the key of the
movie and the most important element. Blood links us with our parents, what
lies inside of them lies inside of ourselves too; and neither time, nor lies
will erase the mark. Like the tattoo on Luke’s face, his son Jason has his same
eyes and heart; and like his father Avery, AJ is condemned to a life full of
lies.
The actors were good, first of all Ryan Gosling (who
had already played a part in “Blue Valentine”), but also Bradley Cooper. Then I
have to mention an old but damn sharp Ray
Liotta (it’s been a while from “Goodfellas”,
but his eyes are still unforgettable).
The soundtrack is
valuable, it’s great for every scene, and helps the viewer understand every
moment; the photography is also
really good, it changes according to the setting and the characters. It starts
a little bit dirty (this part of the movie reminds me of the 2011 “Drive” by Winding Refn, with Ryan Gosling again), and then goes on more
clearly with the progressing of the movie.
Cianfrance gives us a worthy show, a tough story
that’s sad and conscious but which also saves a bit of happiness with a
nostalgic picture and the purchase of a “Honda” motorcycle that – thanks to a
natural talent – is able to take Jason to a new beginning, and gives the viewer
a final smile.
4 and ½ stars!
I hope you liked my review. Love,
Cris
Sources: Wikpedia,
MyMovies
Traduzione a
cura di: Giulia Macciò
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