martedì 31 dicembre 2013

Dietro i candelabri - Behind the candelabra

Locandina - Image from Google Images

Cari lettori,

Steven Sodenbergh torna sullo schermo, “grande” per l’Europa dove il film è stato in concorso alla 66° edizione del Festival Di Cannes ma “piccolo” per Hollywood che ha relegato la pellicola a un film TV perché considerato “troppo gay”, con una bellissima storia d’amore.

Michael Douglas (impagabile) interpreta “Mister intrattenimento” Liberace, pianista famoso in America fin dagli anni ’50 che, alla soglia dei sessant’anni, incontra l’amore della sua vita Scott Thorson (un indimenticabile Matt Damon), giovane ragazzo dal passato travagliato che lavora con gli animali e desidera diventare veterinario.
Tra i due nascerà una relazione lunga 6 anni, sincera, così forte da spingere Liberace a iniziare le pratiche per l’adozione di Scott, per creare un legame, una famiglia al riparo dagli occhi indiscreti dell’opinione pubblica che pretende intrattenimento ai limiti del “kitsch imperiale” (come definiva Liberace il suo gusto nell’arredamento e nel vestiario) da un’artista che, nonostante questo stile così palesato, sia vessillo di eterosessualità.
Sodenbergh ci porta con maestria e dolcezza, grazie anche alla penna di LaGravenese (sceneggiatore anche di “I ponti di Madison County”), “dietro i candelabri”, alla scoperta di un personaggio unico, di una storia d’amore che, nonostante le difficoltà, ha vissuto nel cuore dei due amanti e di un’ipocrisia perfida della società americana che, volutamente cieca negli anni di vita di Liberace, ha preteso la dimostrazione della sua omosessualità al momento della morte, ottenendo l’inutile sentenza di decesso a causa di complicanze dovute all’Aids, dimenticando così il talento e l’uomo di spettacolo (“Io adoro far divertire la gente” diceva Liberace) per ricordarne solo la fine (come fu per l’indimenticabile attore Rock Hudson, morto nel 1985 per le stesse cause).
Una società due volte ipocrita che, a ben vent’anni di distanza, ha rifiutato la distribuzione di questo film-gioiello nei cinema, relegandolo a un film TV, poi fortunatamente riscattato dal Festival di Cannes nella sua 66° edizione.
Grazie anche a due protagonisti perfetti e a un Dan Aykroyd unico (nei panni dell’agente di Liberace), Sodenbergh smentisce la sua volontà di non fare più film e ci regala un’ennesima pellicola da guardare, amare e ricordare.
Grande Sodenbergh…come diceva Liberace: “Io sono convinto che avere troppo di una cosa buona è meraviglioso!”.


3 stelle e ½

Spero la mia recensione vi sia piaciuta!

Al prossimo post,

Cris

Fonti: Wikipedia

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Dear readers,
Steven Sodenbergh comes back on the screen - a "big" one for Europe where his movie was part of the 66th edition of the Cannes Festival, but a "small" one for Hollywood, since it has been broadcasted on TV only because it was "too gay" - with a beautiful love story. Michael Douglas (awesome) plays “Mr. Showmanship” Liberace, a well-known pianist that, at the age of 60, founds the love of his life, Scott Thorson (an unforgettable Matt Damon), a young man with a problematic past, working with animals and dreaming of becoming a veterinary.They will have an honest, 6-year long relationship: it will become so strong that Liberace will decide to sign papers in order to adopt Scott, so that they will have their own bond, far away from the public opinion - that only wanted "imperial kitsch" entertainment (Liberace used to use the same words to define his taste in home decor and clothes) from a man that, despite his pretty self-explanatory style, was considered an example of heterosexuality. Thanks also to LaGravenese's pen (from The bridges of Madison County”), this movie sweetly takes us through a love story that, despite all the problems, has lived inside of two lovers' hearts. But it was also surrounded by an American mean duplicity that, blind during Liberace's life, wanted him to admit his homosexuality when he was about to die, obtaining a useless sentence that proved he had Aids. They forgot his talent and his entertainment skills ("I love making people laugh" used to say Liberace), only to remember his sad ending (the same thing happened to the unforgettable Rock Hudson, who died in 1985 for the same reasons). A society that's twice as deceiver: after more than 20 years, it refused to broadcast this special movie in theaters, relegating to televisions; luckily, it has been redeemed by the Cannes Festival. Thanks also to two amazing actors and a unique Dan Aykroyd (playing Liberace's agent), Sodenbergh denies his desire to retire, and gives us another movie that's worth watching, loving and remembering. Good job Sodenbergh…as Liberace said: “I'm convinced that having too much of something is amazing!”.
3 stars and ½
I hope you liked my review! 
See you in the next one, 
Cris
Sources: Wikipedia
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Traduzione a cura di: Giulia Macciò

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