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Cari lettori,
Woody Allen torna sullo schermo, dopo il quasi indecoroso “To Rome with love” (il quasi è merito
dei sempre unici Alec Baldwin e Penelope Cruz) del 2012, con una pellicola dove c’è solo una grande, unica,
indimenticabile protagonista: Cate
Blanchett.
Jasmine (il cui vero nome è Jeanette),
è una donna cresciuta da genitori adottivi, una donna “coi geni giusti”, che da
sempre ha puntato a una vita di sogno e lusso.
Appena
diciannovenne, l’anno prima di laurearsi, incontra Hal (Alec Baldwin), di
nove anni più grande di lei e costruttore di un impero finanziario dai risvolti
per nulla candidi.
Jasmine conduce così
una vita al di sopra di ogni immaginazione, in cui non esiste nulla che possa
desiderare e che non ha, in cui la ricchezza viene vissuta “con
responsabilità”, devolvendo denaro ai meno fortunati e guardando ogni cosa (dai
tradimenti del marito alle sue operazioni finanziarie illegali) dal retro di un
paio di occhiali da sole tanto scuri quanto costosi.
Anche la visita
della sorella adottiva Ginger (una
preziosa Sally Hawkins), viene affrontata con generosità distaccata, per tenere
lontano il passato dalle umili origini.
Un giorno, però,
questo equilibrio si spezza, Hal viene arrestato e condannato, si toglie la
vita in galera e Jasmine si ritrova sola e senza quell’universo luccicante a
lei tanto caro.
Comincia così una
nuova vita in cui Jasmine si trasferisce nella squallida casa di Ginger che
vive con i suoi due marmocchi e col fidanzato Chili (un azzeccato Bobby
Cannavale…ve lo ricordate in “Shall
we dance?” 2004) e, tra un
VodkaMartini e uno Xanax, cerca in ogni modo di riprendersi quella vita che
aveva gettato via, quell’unica chance che aveva avuto, credendo che sia la
forza di volontà, il fatto di meritarsi qualcosa di meglio, la chiave che possa
cambiare la propria situazione.
Ahimè è proprio qui,
a mio parere, il centro della storia: mentre Ginger è consapevole che “i geni”
fanno la differenza e di conseguenza lei vive secondo le proprie disponibilità,
perdonando anche alla sorella il fatto di aver perso l’unica possibilità per
una vita migliore (con l’ex marito Augie,
infatti, aveva vinto 200 mila dollari alla lotteria che erano però andati persi
con un investimento sbagliato di Hal), Jasmine non si rassegna alla propria
condizione, cerca in ogni modo di nascondere il proprio passato ma, come le
dice apertamente Augie verso la fine del film, c’è chi non dimentica così
facilmente.
Allen dipinge una
situazione di tristezza infinita, di vuoto personale e sociale, in cui
protagonista è una donna a cui rimane solo il ricordo di una canzone, “Blue Moon”, colonna sonora di
quell’incontro che le avrebbe segnato la vita per sempre.
3 stelle per questo film e un
encomio a Cate Blanchett.
Spero la mia
recensione vi sia piaciuta!
Al prossimo post,
Cris
Fonti: Wikipedia
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Dear
readers,
after the almost undignified “To
Rome with love” (I
say "almost" thanks to the amazing Alec Baldwin and Penelope Cruz) in 2012, Woody
Allen comes back with a movie with just one unique and
unforgettable protagonist: Cate Blanchett. Jasmine (whose
real name is Jeanette), is a woman that was adopted by her parents, who has the
"right genes", who has always wanted a life full of luxury. When
she's 19, the year before her graduation, she meets Hal (Alec
Baldwin), who is nine year older than her: he is a
financial empire manufacturer, surrounded by a not-so-candid aura. Jasmine
is now living a life that's beyond anyone's imagination, where she has
everything she wants, where being rich also means being "responsible"
(she devolves money to poor people); she looks at everything (from his husband
cheating on her to his illegal financial transactions) behind a dark as well as
expensive pair on sunglasses. Even when her adoptive sister Ginger (a precious Sally Hawkins) comes to visit her, Jasmine treats her with detached generosity,
to keep her humble past away from her. But one day, when all of this
balance eventually breaks, Hal gets arrested and condemned, and he decides to
commit suicide while in jail. So Jasmine finds herself alone in that
sparkly world she really loves. She decides to start a new life, moving in
Ginger's shabby house, where she lives with her two children and her
boyfriend Chili (an
on-point Bobby Cannavale…do you remember him "Shall wedance?” from 2004), and between a VodkaMartini and a Xanax, she tries to get back that
kind of life she had thrown away, that one chance she had, believing that she
can really change her life if she really wants it, if she really deserves
it. Unfortunately, I think this is the main point of the story: while is
aware that "genes" make a difference, and so she lives according to
her possibilities - she even ends up forgiving her sister for making her lose
the only chance she had to have a better life (she and her ex-husband Augie had won
$200,000 at the lottery, but then lost them because of one of Hal's wrong
investments), Jasmine doesn't accept her
conditions, and tried to hide her past as best as she can. But as Augie tells
her at the end of the movie, some people do not forget that easily. Allen
portraits a really sad situation, whose protagonist is a socially empty woman
that's left with only one song, "Blue Moon”, the soundtrack of a day that had changed her life forever.
3 stars for
this movie and props to Cate Blanchett.
I hope you liked my review.
See you in the next one,
Cris
Sources: Wikipedia
Traduzione a cura di: Giulia Macciò
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