Locandina - Image from Google Images |
Cari lettori,
Ben Stiller porta sullo schermo il remake di “Sogni proibiti” (1947)
di Norman Z. McLeod, a sua volta
tratto dal racconto del 1939 di James Thurber “The secret life of Walter Mitty”.
Walter (Stiller) è editor fotografico presso l’importante rivista “Life”. Verso la quarantina, con una
madre amorevole (una sempre brava Shirley
MacLaine), una sorella aspirante attrice e un passato segnato dalla morte
prematura del padre a cui era fortemente legato; evento questo che l’ha portato
a costruirsi una vita estremamente ordinata, razionale, in cui nulla lo possa
far soffrire di nuovo, in cui non c’è più spazio per un taglio di capelli alla
moicana o per il suo adorato skatebooard.
L’unica via d’uscita
di Walter sono i suoi momenti d’incanto, quando si estrania e trasforma per
pochi secondi la realtà in una storia degna dei migliori supereroi.
Ma quando la rivista
presso cui lavora viene assorbita e un nuovo dictator (interpretato da Adam Scott…ve lo ricordate in “Quel mostro di suocera”, 2005?) lo minaccia di licenziamento se
non trova lo scatto n.25 che il fotografo di punta della testata, Sean O’Connell (un azzeccato Sean Penn) vuole come copertina
dell’ultimo numero, Walter sarà spinto verso una nuova direzione, in un viaggio
ai limiti dell’immaginazione.
Stiller racconta una
bella favola, dall’inizio frenetico e non promettente, che sembra voglia
portare lo spettatore verso un finale romantico o inverosimile ma, man mano che
la trama prende forma, si è portati a un aspetto più profondo, in cui ci si
rende conto che la favola raccontata dal regista non è poi così lontana
dall’amara realtà della vita.
In modo quasi
inaspettato il finale è la parte migliore, in cui viene lanciato un messaggio
forte sul sistema persona-lavoro, in un mondo sempre più legato al business e
che ben raramente si ricorda del lavoro che è servito per realizzare un buon
progetto e delle persone che con passione e impegno lo hanno reso possibile.
E così la copertina
dell’ultimo numero della rivista è proprio questo: la quintessenza, spesso
dimenticata perché, come dice Sean O’Connell a Walter in una scena, “le cose
belle non cercano attenzione”.
Un film dolce che nonostante
gli avvenimenti ai limiti dell’impossibile, racconta qualcosa di vero e
semplice e dona, alla fine, la speranza di un nuovo inizio.
2 stelle e ½
Spero la mia
recensione vi sia piaciuta!
Al prossimo post,
Cris
Fonti: Wikipedia
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Dear readers,
Ben Stiller is back with the remake of the homonymous 1947
movie by Norman Z. McLeod, taken from the 1939 novel “The secret life of Walter Mitty”, by James Thurber. Walter (Stiller) is a photo editor
working for the famous “Life” magazine. He's around 40, with a lovely mother (a great Shirley MacLaine, like always), a sister that wants to become an
actress and a past marked by his father's death, to whom he was really attached
to. Since that happened, he had to live an extremely tidy, rational life, where
nothing can make him suffer again, where he's not allowed to have a mullet
haircut or go on his skateboard. The only escapes Walter has are his
enchanted moments, when he's able to detach himself from life for a couple of
seconds and live a superhero adventure. But when the magazine he works for
gets absorbed by another company, and a new dictator (played by Adam Scott…do you remember him in “Monster-in-law”, 2005?) tells him he will be fired if he doesn't find
negative n.25 - a pic the main photojournalist, Sean O’Connell (an on point Sean Penn) wants as his latest issue's cover -,
Walter will be pushed in a new direction, through an unlimited, imaginary
journey. Stiller tells us a nice fairy tale, with a frenetic beginning that
doesn't look that appealing but just too romantic or unbelievable; but as the
story develops, it becomes deeper, and you realize that this fairy tale is not
that far from real life. In an unexpected way, the ending is the best part,
because it contains a strong message about the person-job system, in a world
that becomes more business-related day after day, and where we often forget
about those people that had worked really hard to create something
great. And the latest issue's cover is exactly about this: the
quintessence that we often forget about, because, as Sean
O'Connel tells Walter in a scene, "beautiful things do not seek attention". A sweet movie that, despite some unbelievable
events, is about something real and simple; at the end, it is able to give us
hope for a new beginning.
2 stars and ½
I hope you liked my review!
See you in the next one,
Cris
Sources: Wikipedia
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Traduzione a
cura di: Giulia Macciò
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