Locandina - Image from Google Images |
Cari
lettori,
Clint Eastwood sceglie ancora il genere biografico (con
il suo penultimo film, “Jersey Boys” ci ha raccontato il
fenomeno musicale “The Four Seasons”) per mostrare allo spettatore, basandosi
sull’autobiografia di Chris Kyle, la
figura di un soldato.
Chris
(interpretato da Bradley Cooper),
giovane texano, professionista di rodeo, decide di arruolarsi nei Marines dopo
aver assistito agli attentati alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania
avvenuti il 7 agosto 1998; una decisione istintiva, dettata dalla sua naturale
indole alla protezione, una scelta inevitabile.
Determinato,
Chris viene accettato per l’addestramento nei Navy SEAL nel 1999 e presto dimostra capacità e volontà, valori che
lo accompagneranno nei quattro turni di guerra in Iraq e che gli permetteranno
di venire soprannominato “La Leggenda” dai suoi compagni.
Eastwood
coglie una vita reale (e sappiamo che a volte la realtà ci offre spunti
migliori di quanto possa fare la nostra fantasia), un uomo e la sua storia per
raccontare allo spettatore la guerra e i suoi protagonisti.
Poco
importa l’ambientazione, Chris Kyle è nato nella nostra epoca in America e
l’unica guerra che poteva combattere è quella in Iraq, quindi il regista ci
mostra la sua storia ma è solo un mezzo; Eastwood fa immedesimare lo spettatore
nel personaggio, gli fa vivere con lui la guerra e i motivi che lo spingono a
fare ciò che fa. Chris è anche un padre di famiglia, un marito, un amico, un
uomo ma prima di tutto è, e sarà sempre, un soldato.
Senza
il minimo velo di critica, di giudizio, direi anche di patriottismo, il regista
ci mostra il punto di vista del personaggio, lo fa diventare nostro; come in “Jersey Boys” si era basato su una storia
vera per raccontarci come la passione e l’amicizia possano portare alla
costruzione di un mito (in quel caso musicale), qui ha fatto lo stesso per
farci capire cosa voglia dire essere un soldato, vivere la guerra e vedere il
resto del mondo e della propria vita con quegli occhi.
Anche
nelle scene finali, composte da immagini reali, il colore delle bandiere
americane è solo un sfondo a un dato di fatto, a un protagonista che lì è nato
e lì verrà ricordato ma che è simbolo di una scelta che ti cambia nel profondo.
4 stelle
Cristina
Tenca
Fonti:
Wikipedia
4 stars
Traduzione
a cura di: Giulia Macciò
Dear readers,
once again, Clint Eastwood has chosen the autobiographical genre (with his
penultimate movie, “Jersey Boys”,
he told us all about the musical phenomenon “The Four Seasons”) to show the viewers the figure of a soldier, based on Chris Kyle's autobiography. Chris (played by Bradley
Cooper), a young, Texan rodeo professional,
decides to join the Marines after seeing the aggressions at the American
embassies in Kenya and Tanzania on August 7th, 1998. An impulsive decision,
dictated by his protective nature; an inevitable choice. Well determined, in 1999 Chris gets accepted for the Navy SEAL training, and he
soon shows he's capable and willing to go and face four war shifts in Iraq. For this
reason, his mates will name him “The Legend”. Eastwood portraits
real life (and we know that reality often gives us better ideas than our
fantasy), a man and his story to tell us about war and its protagonists. The
setting doesn't really matter: Chris Kyle was born in America in our era, and
the only war he could fight in was the Iraq one; so the director tells us about
his story, but this is just a expedient. Eastwood makes the
viewer identify himself with the character, he makes him live the war and the
reasons he does what he does. Chris is also a father, a husband, a friend, a
man; but, first and foremost, he is and always will be a soldier. Without
any criticism, judgment and patriotism, the director shows us the protagonist's
point of view, making it ours as well. Like in “Jersey
Boys” he had started from a real life story to
tell us how passion and friendship can create a myth (a musical one, in that
case), in this case he did the same thing in order to make us understand what
it's like to be a soldier, to live a war and to see the rest of the world and
of your own life with those eyes. Even if in the last scenes, made of actual
images, the color of the American flags is only the background of a factual
data, of a character that was born in the USA but who is also the symbol of a
choice that will change you forever.
4 stars
Nessun commento:
Posta un commento