sabato 10 gennaio 2015

American Sniper

Locandina - Image from Google Images

Cari lettori,

Clint Eastwood sceglie ancora il genere biografico (con il suo penultimo film, “Jersey Boys” ci ha raccontato il fenomeno musicale “The Four Seasons”) per mostrare allo spettatore, basandosi sull’autobiografia di Chris Kyle, la figura di un soldato.

Chris (interpretato da Bradley Cooper), giovane texano, professionista di rodeo, decide di arruolarsi nei Marines dopo aver assistito agli attentati alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania avvenuti il 7 agosto 1998; una decisione istintiva, dettata dalla sua naturale indole alla protezione, una scelta inevitabile.
Determinato, Chris viene accettato per l’addestramento nei Navy SEAL nel 1999 e presto dimostra capacità e volontà, valori che lo accompagneranno nei quattro turni di guerra in Iraq e che gli permetteranno di venire soprannominato “La Leggenda” dai suoi compagni.
Eastwood coglie una vita reale (e sappiamo che a volte la realtà ci offre spunti migliori di quanto possa fare la nostra fantasia), un uomo e la sua storia per raccontare allo spettatore la guerra e i suoi protagonisti.
Poco importa l’ambientazione, Chris Kyle è nato nella nostra epoca in America e l’unica guerra che poteva combattere è quella in Iraq, quindi il regista ci mostra la sua storia ma è solo un mezzo; Eastwood fa immedesimare lo spettatore nel personaggio, gli fa vivere con lui la guerra e i motivi che lo spingono a fare ciò che fa. Chris è anche un padre di famiglia, un marito, un amico, un uomo ma prima di tutto è, e sarà sempre, un soldato.
Senza il minimo velo di critica, di giudizio, direi anche di patriottismo, il regista ci mostra il punto di vista del personaggio, lo fa diventare nostro; come in “Jersey Boys” si era basato su una storia vera per raccontarci come la passione e l’amicizia possano portare alla costruzione di un mito (in quel caso musicale), qui ha fatto lo stesso per farci capire cosa voglia dire essere un soldato, vivere la guerra e vedere il resto del mondo e della propria vita con quegli occhi.
Anche nelle scene finali, composte da immagini reali, il colore delle bandiere americane è solo un sfondo a un dato di fatto, a un protagonista che lì è nato e lì verrà ricordato ma che è simbolo di una scelta che ti cambia nel profondo.

4 stelle

Cristina Tenca


Fonti: Wikipedia


Dear readers,
once again, Clint Eastwood has chosen the autobiographical genre (with his penultimate movie, “Jersey Boys”, he told us all about the musical phenomenon “The Four Seasons”) to show the viewers the figure of a soldier, based on Chris Kyle's autobiography. Chris (played by Bradley Cooper), a young, Texan rodeo professional, decides to join the Marines after seeing the aggressions at the American embassies in Kenya and Tanzania on August 7th, 1998. An impulsive decision, dictated by his protective nature; an inevitable choice. Well determined, in 1999 Chris gets accepted for the Navy SEAL training, and he soon shows he's capable and willing to go and face four war shifts in Iraq. For this reason, his mates will name him “The Legend”. Eastwood portraits real life (and we know that reality often gives us better ideas than our fantasy), a man and his story to tell us about war and its protagonists. The setting doesn't really matter: Chris Kyle was born in America in our era, and the only war he could fight in was the Iraq one; so the director tells us about his story, but this is just a expedient. Eastwood makes the viewer identify himself with the character, he makes him live the war and the reasons he does what he does. Chris is also a father, a husband, a friend, a man; but, first and foremost, he is and always will be a soldier. Without any criticism, judgment and patriotism, the director shows us the protagonist's point of view, making it ours as well. Like in “Jersey Boys” he had started from a real life story to tell us how passion and friendship can create a myth (a musical one, in that case), in this case he did the same thing in order to make us understand what it's like to be a soldier, to live a war and to see the rest of the world and of your own life with those eyes. Even if in the last scenes, made of actual images, the color of the American flags is only the background of a factual data, of a character that was born in the USA but who is also the symbol of a choice that will change you forever. 

4 stars
Cristina Tenca

Sources: Wikipedia
Traduzione a cura di: Giulia Macciò

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