sabato 31 agosto 2013

Cogan - Killing them softly


Locandina - Image from Google Images
Cari lettori,

per il post di rientro vacanze vi propongo la recensione di “Cogan - Killing them softly” diretto dal neozelandese Andrew Dominik (già regista del fortunato “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”) con Brad Pitt, Ray Liotta, James Gandolfini e Richard Jenkin.
Un cast di tutto rispetto per una pellicola liberamente ispirata al romanzo “Cogan’s trade” di George V. Higgins, presentata in concorso alla 65° edizione del Festival di Cannes.

Ho letto critiche discordanti sul film, molte negative. A me è piaciuto molto, anzi, moltissimo. Il regista senza paura ambienta la storia ai nostri giorni: America, precisamente New Orleans, piena crisi economica, tempo di nuove elezioni politiche e del passaggio dal governo repubblicano di Bush a quello democratico di Obama.
Due “giovani” ragazzi, Frankie (Scoot McNairy) e Russel (Ben Mendelshon) vengono ingaggiati dallo “Scoiattolo” (Vincent Curatola) per rapinare una partita di poker organizzata da Markie Trattman (un sempre bravo Ray Liotta). Un lavoro rischioso all’apparenza, se non fosse che il buon Trattman  cinque anni addietro aveva rapinato una sua stessa partita passandola liscia; una seconda volta non gli sarebbe stata perdonata.
I ragazzi quindi fanno il colpo, credendo ingenuamente che verrà automaticamente incolpato e punito  solo Trattman, ma c’è crisi, la gente non può permettersi di perdere soldi, le partite vanno riprese e i colpevoli vanno sistemati, dolcemente.
Per questo viene chiamato Jackie Cogan (un azzeccato Brad Pitt, già collaboratore di  Dominik nel film sopra citato) che organizza tutto per sistemare la faccenda in breve tempo e, appunto, dolcemente (da qui il titolo della pellicola).
Unico punto fermo resta il pagamento: non ci sono sconti, non c’è una comunità, un unico popolo, un’unica nazione. In America si è soli afferma Cogan in risposta al discorso patriottico, benpensante e moraleggiante di Obama agli americani.
Ed è qui che cadono le numerose critiche che ho letto riguardo la pellicola; c’è chi si lamenta che il regista abbia riempito le scene di discorsi politici sulla crisi americana, sulla sfiducia dei cittadini verso il sistema finanziario, sulle promesse non mantenute dai governanti, sui provvedimenti duri ma necessari, sulla speranza di un nuovo futuro guidato da Obama basato sulla consapevolezza della grandezza e dell’unità del popolo americano.
A mio parere questi discorsi sono la colonna sonora del film che accompagnano lo spettatore a una visione tragicomica e, come tutto ciò che è tragicomico, senza via d’uscita, da una crisi che ha colpito anche la mafia, riducendo i “salari” o progettando “pacchetti tutto compreso” (2 giorni facili, 15.000 dollari) e che così come la dolcezza di Cogan nell’uccidere le sue vittime, si maschera dietro i finti salamelecchi di un neo presidente ad arte verso un popolo ormai sfaldato e senza speranze.
Un’era è finita e simbolo di ciò è dato anche dall’ormai vecchio e consumato Mickey (un davvero bravo James Gandolfini), altro killer assoldato da Cogan che non riesce a uscire dallo scontatissimo vortice “sesso, alcool e ricordi”.
Bellissimo ed emblematico il discorso finale di Cogan all’avvocato: "Ma non farmi ridere, siamo un solo popolo, un mito creato da Thomas Jefferson. Amico mio Jefferson è un santo americano perché ha scritto le parole: "tutti gli uomini sono creati uguali", cosa in cui evidentemente non credeva visto che fece vivere i suoi figli in schiavitù; era un ricco enologo stufo di pagare agli inglesi troppe tasse, così scrisse delle belle parole e aizzò la plebaglia che andò a morire per quelle parole mentre lui rimaneva a casa a bere il suo vino e a scoparsi la sua schiava. E quello viene a dirmi che viviamo in una comunità? Ma non farmi ridere: io vivo in America e in America tu sei solo. L'America non è una nazione, è soltanto affari e adesso pagami!".
E’ finito il tempo delle bugie e dei discorsi smielati sul sentimento nazionale: la crisi non guarda in faccia nessuno e nessuno guarda in faccia l’altro, ognuno pensa a sé, siamo soli…e non è più il caso di prenderci in giro.

Bravo Dominik, 4 stelle per questo film.

Spero la mia recensione vi sia piaciuta; al prossimo post, con affetto,

Cris


Fonti: Wikipedia

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Dear readers, 
for this end-of-summer post I want to talk to you about “Killing them softly” by the New Zealand Andrew Dominik (who already directed the lucky “The Assassination of Jesse James by the coward Robert Ford”) with Brad Pitt, Ray Liotta, James Gandolfini and Richard Jenkin. A respectable cast for a movie that's loosely based on the novel “Cogan’s trade” by George V. Higgins, presented during the 65th edition of the Cannes Festival .I read mixed reviews on this movie, many of which were negative. I actually liked it, a lot. The director is not afraid to set the movie in a modern time: United States, New Orleans, in the middle of the economic crisis, time for new political elections and the transition between the Republican Bush to a Democratic Obama. Two "young" boys, Frankie (Scoot McNairy) and Russel (Ben Mendelshon), are hired by the “Squirrel” (Vincent Curatola) to rob a poker game organized by Markie Trattman (played by the great Ray Liotta). It looks like it's going to be dangerous, but Trattman actually already robbed another game 5 years ago, and he got away with it. By the second time, he was not going to be forgiven. So the guys complete the crime, naively believing that only Trattman is going to be blaimed and punished for it; but we are in a middle of a crisis, people cannot afford losing money, and the culprits need to be fixed, softly. For this reason, they call Jackie Cogan (a spot-on Brad Pitt, who already worked with Dominik in the aforementioned movie), who organized everything to quickly settle the matter, doing it softly (hence the title). The only anchorage is the payment: there are no reductions, there's no community, or people, or nation. In the USA you are alone, like Cogan says in response to Obama's patriotic, orthodox and pithy speech. And here come all the negative reviews I read about the movie: some people complain about the director filling up the scenes with political speeches about the American crisis, citizens' distrust on the financial system, unfulfilled promises by rulers, the tough but necessary measures, hope for a new future led by Obama based on the awareness of the greatness and unity of the American people. I personally think all these speeches are the movie's soundtrack, which accompany the viewer all the way through a tragicomic point of view of life; and like everything tragicomic, it's all a dead end, with no exit from a crisis that damaged mafia too, reducing "salaries" or planning "all inclusive packages" (2 days, $15,000) and everything is covered behind the fake salaams of a new president towards a now crubled and hopeless people, just like Cogan "softly" kills his victims. An era is now ending, and you can see it from the old and worn out Mickey (a really good James Gandolfini), another killer hired by Cogan, who's not able to get out of the "sex, alcohol and memories" tunnel. Beautiful and symbolic is Cogan's final speech to the lawyer: "Don't make me laugh. One people. It's a myth created by Thomas Jefferson. My friend, Thomas Jefferson is an American saint because he wrote the words 'All men are created equal', words he clearly didn't believe since he allowed his own children to live in slaveryHe's a rich white snob who's sick of paying taxes to the Brits. So, yeah, he writes some lovely words and aroused the rabble and they went and died for those words while he sat back and drank his wine and fucked his slave girl. This guy wants to tell me we're living in a community? Don't make me laugh. I'm living in America, and in America you're on your own. America's not a country. It's just a business. Now fuckin' pay me.".
Lies and cheesy speeches about national feelings are now over: the crisis hits everyone and each one of us only cares about himself, we are alone...and it's no longer time to make fun of eachother. 
Good job Dominik, 4 stars for this movie. 
I hope you liked my review. See you in the next one. Love, 
Cris
Sources: Wikipedia


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Traduzione a cura di: Giulia Macciò



4 commenti:

  1. è piaciuto molto anche a me... Però non sono riuscito a capire chi canta la canzone dei titoli di coda e che, tra quelli elencati, non sembra proprio comparire.

    Sai qualcosa a proposito?

    grazie

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    Risposte
    1. Caro Ossimoro,

      intanto grazie 1000 del commento!
      ti lascio qui il link della canzone che cercavi!
      http://www.youtube.com/watch?v=ijEgfnJuirA&feature=share

      Barret Strong "Money (thats what i want)"

      Continua a seguirmi se ti interessano le mie recensioni!

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    2. e no... non ci siamo. Quella è solo una parte delle musiche che accompagnano i titoli di coda. Ed è quella citata sia nei titoli di coda sia nella raccolta di soundtrack acquistabile, tanto per fare un esempio, su iTunes.

      Quella che cerco io stranamente non viene citata (almeno così mi pare) da nessuna parte. So che non si fa ma non saprei come fartelo capire. Il link
      http://www.nowvideo.ch/video/icy5r541rmr5z
      è la seconda parte di uno dei tanti streaming del film che si trovano in rete. Vai al minuto 47:30 circa dove già scorrono i titoli di coda e ascolta. Se vuoi puoi iniziare l'ascolto al minuto 45 dove in effetti la musica che si ascolta è citata e nota. Ma poi diventa quella che cerco :-\
      Provare per credere

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    3. Ti credo ma non guardo i film in streaming.
      Penso che lo prenderò a prestito ancora e, se scopro qualcosa, ti lascio un commento qui. ciao!

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