Locandina - Image from Google Images
Cari lettori,
Rocco Papaleo,
alla sua seconda pellicola da regista, si alza di livello e ci offre
un cinema nostrano, non scontato, che parla semplicemente di persone;
di persone che agli occhi del “Paese” (non solo quello dove è
ambientato il film) sono da evitare e condannare; di persone nella
pura e semplice realtà della vita.
Costantino
(Papaleo), sacerdote appena spretato, torna a casa. Dovrebbe
consolare la madre Stella
(una brava Giuliana Lojodice),
addolorata perché la figlia ha lasciato il marito (il “cornuto”
interpretato da un naturale Riccardo
Scamarcio) e se ne è andata a
“Pechino” con un amante misterioso, ma le confessa subito di aver
abbandonato la Chiesa (ma non Gesù Cristo, di cui è ancora un
grande fan) e lei, per non sputtanarsi la reputazione al paese, lo
esilia al faro di famiglia.
Presto Costantino si ritroverà in
compagnia grazie alla sorella della donna delle pulizie della madre,
l’ex prostituta Magnolia
(Barbora Bobulova),
il cornuto ex marito di sua sorella e un’impresa di lavori formata
da un trio assai eclettico: papà con figlioletta appassionata di danza
in affidamento (finalmente un Papà!) e Jennifer
o Gennaro,
manovale amante dell’arte circense.
Anche mamma Stella si rifugerà al
faro, dove scoprirà che l’amante di sua figlia è in realtà
la sua donna delle pulizie e che la coppia vive proprio sulla
spiaggia vicina al faro.
Il faro è talmente messo male che ha
bisogno di una ristrutturazione ed è talmente bello da meritare di
venire valorizzato, da meritare di essere trasformato in un bel
albergo particolare, in una piccola impresa meridionale.
Non c’è solo la ristrutturazione
del faro però (riferimento allo sterminato patrimonio italiano molto
spesso abbandonato e denigrato), la ristrutturazione è della società
stessa, del pensiero e delle coscienze e i protagonisti insieme,
ognuno con la propria passione, con la propria essenza, esprimono
questa esigenza di cambiamento.
La bambina che vuole stare con il
papà, un manovale che coltiva l’arte circense, un uomo
appassionato di musica, due donne che si amano, un vero credente che
si innamora e decide onestamente di togliersi le vesti, una donna che
ha usato il proprio corpo per lavoro in maniera diretta e schietta,
una madre a cui vengono improvvisamente a mancare i principi su cui
aveva fondato la propria esistenza. Ognuno affronta la propria
essenza e la accetta, senza paura, senza timore di un giudizio e il
faro, punto di riferimento per i marinai smarriti, illumina e indica
la via, quella giusta.
Un film delicato e fine, dolce
(bellissima la scena del funerale) ma anche forte che, per una volta
tanto, non critica ma mostra, tra panorami meravigliosi e un mare
sconfinato.
Bravo Papaleo, una piccola impresa
cinematografica…il cinema italiano non è del tutto andato.
3 stelle
Spero la mia recensione vi sia
piaciuta, al prossimo post,
Cris
Fonti: Wikipedia
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