venerdì 25 ottobre 2013

Una piccola impresa meridionale

Locandina - Image from Google Images

Cari lettori,

Rocco Papaleo, alla sua seconda pellicola da regista, si alza di livello e ci offre un cinema nostrano, non scontato, che parla semplicemente di persone; di persone che agli occhi del “Paese” (non solo quello dove è ambientato il film) sono da evitare e condannare; di persone nella pura e semplice realtà della vita.

Costantino (Papaleo), sacerdote appena spretato, torna a casa. Dovrebbe consolare la madre Stella (una brava Giuliana Lojodice), addolorata perché la figlia ha lasciato il marito (il “cornuto” interpretato da un naturale Riccardo Scamarcio) e se ne è andata a “Pechino” con un amante misterioso, ma le confessa subito di aver abbandonato la Chiesa (ma non Gesù Cristo, di cui è ancora un grande fan) e lei, per non sputtanarsi la reputazione al paese, lo esilia al faro di famiglia.
Presto Costantino si ritroverà in compagnia grazie alla sorella della donna delle pulizie della madre, l’ex prostituta Magnolia (Barbora Bobulova), il cornuto ex marito di sua sorella e un’impresa di lavori formata da un trio assai eclettico: papà con figlioletta appassionata di danza in affidamento (finalmente un Papà!) e Jennifer o Gennaro, manovale amante dell’arte circense.
Anche mamma Stella si rifugerà al faro, dove scoprirà che l’amante di sua figlia è in realtà la sua donna delle pulizie e che la coppia vive proprio sulla spiaggia vicina al faro.
Il faro è talmente messo male che ha bisogno di una ristrutturazione ed è talmente bello da meritare di venire valorizzato, da meritare di essere trasformato in un bel albergo particolare, in una piccola impresa meridionale.
Non c’è solo la ristrutturazione del faro però (riferimento allo sterminato patrimonio italiano molto spesso abbandonato e denigrato), la ristrutturazione è della società stessa, del pensiero e delle coscienze e i protagonisti insieme, ognuno con la propria passione, con la propria essenza, esprimono questa esigenza di cambiamento.
La bambina che vuole stare con il papà, un manovale che coltiva l’arte circense, un uomo appassionato di musica, due donne che si amano, un vero credente che si innamora e decide onestamente di togliersi le vesti, una donna che ha usato il proprio corpo per lavoro in maniera diretta e schietta, una madre a cui vengono improvvisamente a mancare i principi su cui aveva fondato la propria esistenza. Ognuno affronta la propria essenza e la accetta, senza paura, senza timore di un giudizio e il faro, punto di riferimento per i marinai smarriti, illumina e indica la via, quella giusta.
Un film delicato e fine, dolce (bellissima la scena del funerale) ma anche forte che, per una volta tanto, non critica ma mostra, tra panorami meravigliosi e un mare sconfinato.

Bravo Papaleo, una piccola impresa cinematografica…il cinema italiano non è del tutto andato.

3 stelle

Spero la mia recensione vi sia piaciuta, al prossimo post,

Cris

Fonti: Wikipedia

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