domenica 17 gennaio 2016

Revenant

Locandina - Image from Google Images

Cari lettori,

Inarritu torna sul grande schermo con una pellicola premiata ai Golden Globe 2016 e con ben 12 nomination agli Oscar 2016 (tra cui Miglior film e Miglior regia), acclamata dalla critica e basata sull’omonimo romanzo del 2003 ispirato alla storia di Hugh Glass, esploratore che nel 1823, dopo il feroce attacco di un orso grizzly e nonostante l’abbandono dei suoi compagni, riuscì a sopravvivere (interpretato da Leonardo DiCaprio).

Il regista messicano fresco di Oscar 2015 per il film “Birdman”, conferma il proprio talento per l’estetica regalando immagini da perdere il fiato (una nota di pregio alla fotografia di Emmanuel Lubezki, ormai solito all’Oscar) scandite da una regia incisiva ma delicata, capace di avvolgere lo spettatore in una sfera innevata.
Quello che manca a questa pellicola è la scrittura: una sceneggiatura semplicistica, priva della vitale caratterizzazione dei personaggi e con un elemento di trama (la perdita del figlio da parte del protagonista, sua unica ragione di vita) che manca nella storia originale, causando così una difficile costruzione del tema della vendetta.
Le stupende immagini sono accompagnate per gran parte del film da un mutismo essenziale e fortunato, quando la parola riprende, si scade addirittura nel ridicolo; lo scontro finale tra il protagonista e il suo “nemico” è questione di pochi minuti, una resa dei conti veloce e raffazzonata.
DiCaprio, che ha vinto il Golden Globe e si accinge all’Oscar è qui un manierista, solo l’assurdità lo vorrebbe vincitore dell’agognato premio per questa interpretazione dopo tutto il valore che ha provato in pellicole dal profumo indimenticabile (una fra tutte, “Django Unchained” di Quentin Tarantino, 2012); Tom Hardy, il cattivo della storia, è qui goffo e stilizzato, non per sua mancanza ma in quanto il suo personaggio è privo di una qualsivoglia caratterizzazione.
Ricordiamo con amore e nostalgia i bei tempi di “Biutiful” (2010) e guardiamo “Revenant” ammirandone le immagini e la poesia della natura.

2 stelle ½

Cristina

Fonti: Wikipedia

Dear readers,

Iñàrritu is back on the big screen with an awarded movie at the latest 2016 Golden Globes, which has also received 12 nominees at the 2016 Oscar (for example, Best Picture and Best Director). Praised by the critics and based on the 2003 novel which has the same name, it's all about Hugh Glass (played by Leonardo di Caprio), an explorer who, after being furiously attacked by a Grizzly bear in 1823 and abandoned by his companions, managed to survive.
The Mexican director, who won an Oscar last year for "Birdman”, confirms his aesthetic talent gifting us with mind-blowing pictures (I have to mention Emmanuel Lubezki's photography, used to the Oscars by now), articulated by a sharp but delicate direction, able to wrap up the viewer in a snow ball.
What's missing in this movie is the  writing: it's a simple screenplay, without a vital role characterization and with a plot key element (the protagonist's son death) that doesn't exist in the novel, making it hard to explain the revenge theme properly.
The amazing pictures go hand in hand with an essential and lucky muteness; in fact, when the actors talk, they often become ridiculous. The final fight between the protagonist and his "enemy" is a matter of a few minutes, a quick and botch showdown.
DiCaprio, who won a Golden Globe and is approaching towards the Oscars, here is a mannerist; it'd be absurd for him to win this long-awaited prize after everything he's done in classic movies like "Django Unchained” by Quentin Tarantino, 2012. Tom Hardy, the "bad guy" of the movie, is clumsy and stylized, not because he's not good enough, but because his role hasn't been characterized at all.
We remember with love and nostalgia the amazing “Biutiful” (2010) and we need to watch "Revenant” admiring its photography and Nature's poetry.


2 stars ½


Cristina


Sources: Wikipedia


Traduzione a cura di: Giulia Macciò








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