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Cari lettori,
Scott Cooper (“Crazy
Heart”, 2009) fa della sua
seconda opera una perla rara, unica, una pellicola da ammirare e ricordare con
una cast di livello e una storia di vita, di fratellanza, di croci e di
giustizia sullo sfondo di un’America moderna ma sempre dannatamente cieca e
abietta.
Russel Baze (un’incredibile Christian Bale) vive in un paesino desolato e senza prospettive in
cui il famoso “sogno americano” per una vita migliore offre solo un’acciaieria
per lavorare o la dura scelta di arruolarsi per combattere una guerra futile e
ingiustificata. Lui ha scelto la prima via come suo padre mentre il fratello, Rodney (un azzeccato Casey Affleck) è reduce dall’Iraq di
cui si è portato dietro ogni atrocità e dolore che sfoga in combattimenti
clandestini a mani nudi per conto di un criminale di zona a suo modo etico, John Petty (un pregnante Willem Dafoe). La vita dei due fratelli
sarà segnata da numerose prove di cui la più dura è l’incontro con DeGroat (un capace Woody Harrelson), un uomo totalmente amorale.
Cooper
dipinge in un paesaggio malinconico e ricco di intima bellezza una storia
famigliare, personale ambientandola in un contesto sociale che ammutolisce lo
spettatore per la mancanza di buon senso; Russel affronta la sua vita come
viene, portando in cima ogni croce che gli è stata riservata, è un giovane e
moderno Gesù, figlio e fratello, lavoratore e amante che cammina ogni giorno
seguendo la propria via.
Fra
i produttori del film troviamo anche Leonardo
DiCaprio e i fratelli Ridley e
(purtroppo defunto) Tony Scott
mentre Cooper ne ha curato soggetto, sceneggiatura (insieme a Brad Ingelsby) e regia, una regia
attenta che ha dato vita a scene uniche (accompagnate dalle bellissima colonna
sonora, specialmente la traccia dei Pearl
Jam “Release”) e a un’ultima
sequenza da ricordare.
Il
titolo italiano “Il fuoco della vendetta”
è totalmente travisante: Russel non cerca affatto la vendetta ma la giustizia,
una giustizia vera, fredda, lontana dal fuoco, appena sporcata di sangue, una
giustizia etica, divina.
4 stelle
Cristina
Tenca
Fonti:
Wikipedia
Dear readers,
Scott Cooper (“Crazy Heart”, 2009) creates with his second work a rare and unique gem, something
everybody is going to admire and remember. A great cast tells us about life,
brotherhood, crosses and justice, all set in a modern but always damn blind and
poor America.
Russel Baze (an incredible
Christian Bale) lives in a small and
desolated town without any future expectations, where the “American dream” of a
better life only offers a steelworks as job or the hard choice of enlist and
fight a meaningless and unjustified war. He chose the first one like his father
did, while his brother Rodney (an
exactly-right Casey Affleck) is an
Iraq survivor, from where he carried home every sort of atrocity and pain that
bring him to back-alley fights on behalf of John Petty (an emphatic William
Dafoe), a local criminal with a personal sense of ethics. The life of the
two brothers will be marked by numerous tests and meeting the completely amoral
DeGroat (a capable Woody Harrelson) is the hardest one.
Cooper draws a
personal family tale into a gloomy landscape full of deep beauty, setting it
into a social contest so empty of balance to let the viewer speechless; Russel
faces up the life as it comes, bringing every assigned cross to the top. He is
a young and modern Jesus, son and brother, worker and lover, who walks the path
every day.
Among the
producers we can find Leonardo Di Caprio,
the Ridley brothers and
(unfortunately dead) Tony Scott,
while Cooper took care of subject, screenplay (together with Brad Inglesby) and direction, a careful
one that gave birth to unique scenes (matched with wonderful soundtracks, above
all Pearl Jam’s “Release”) and to a
last remarkable sequence.
The Italian
title “Il fuoco della vendetta” (the
fire of revenge) is totally wrong: Russel is not looking for revenge but for
justice, a true and cold justice, far away from fire and a little bit bloody,
an ethic, celestial justice.
4 Stars.
Cristina Tenca.
Sources: Wikipedia
Traduzione a cura di: Sara Segalini
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