giovedì 15 novembre 2012

Parla con lei

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Parla con lei; con questo film del 2002 Almodovar come solo lui sa fare, senza sembrare eccessivo, dipinge una storia intricata, a tratti inverosimile ma che insegna due preziose verità: l’Amore è l’unica cosa che può donare la vita, la può riempire, condizionare e far finire e…ogni cosa accade per un motivo, il Destino accompagna le nostre vite.
Due personaggi escono di scena in questo film, due iniziano forse uno futuro insieme che viene lasciato all’immaginazione dello spettatore; tutto accade così per sbaglio che alla fine ci si chiede se non era tutto già stabilito.
Da non tralasciare è il messaggio che il regista lancia riguardo alla vita delle persone in coma; non dimentichiamo mai che l’amore è la forza più grande, che può (ri)donare la vita.
Toccante il cameo di Cucurrucucù Paloma di Tomas Mendez, interpretato da Caetano Veloso; bello è anche vedere tanti attori e amici del regista riuniti nella sua villa durante questa sequenza;
taglienti e tipici del regista anticlericale sono i riferimenti in una scena ai missionari violentatori e pedofili e al principio del diritto alla libertà sessuale.
Una storia che si lascia guardare, si lascia vivere, che ti cattura coi suoi colori, con le sue atmosfere, con le musiche tipiche di Almodovar e con una sceneggiatura da premio Oscar (nel 2003).
Per chi ama Almodovar, vedere un suo film è come essere a casa e sentirsi raccontare una storia dal proprio nonno o dal proprio papà.
Questo film è particolarmente toccante, dolce e intelligente; bellissima la sequenza in bianco e nero in cui Paz Vega interpreta una dott.ssa che crea un farmaco sperimentale, “una vera rivoluzione nel campo della nutrizione”, ma il suo fidanzato, bevendola, diviene piccolissimo e, successivamente, entra dentro di lei e ci rimane per sempre; da collegare con la storia di Benigno e di Alicia: lui entra in lei e le ridona la vita e una nuova occasione.
Da osservare anche il richiamo al cinema muto: sia nel “cortometraggio” in bianco e nero con Paz Vega, sia nell’intero film che è , proprio come i film muti, diviso in capitoli dai titoli: “Marco y Lydia”, “Benigno y Alicia” e “Marco y Alicia”.
Per ultimo, si noti la somiglianza tra la scena in cui Lydia è intervistata da una pressante e impertinente conduttrice televisiva e la scena simile nel film “Volver” (2006) in cui analogamente il personaggio di Agustina viene intervistato con domande impertinenti in tv e , in modo identico a Lydia, va via dalla trasmissione.
Almodovar è un regista che ricorre , potrei dire in maniera quasi nostalgica, ad alcuni elementi, ad alcuni stili; se lo si conosce si sa che i suoi film possono avere delle somiglianze, dei richiami che ricorrono in tutte le sue pellicole; la cosa sorprendete di Almodovar è che, guardando un suo film, proprio questi elementi risultano sempre delle novità.
Non stufa mai Almodovar, non sbaglia; è un genio che con amore, fantasia e qualcosa che solo lui ha dentro, riesce a raccontare storie meravigliose.

Spero guardiate la pellicola e la possiate apprezzare,

buona serata,

Cris

Fonti: Wikipedia

“Talk to Her”. With this 2002 movie, as only himself can do, Almodovar portraits an intricate story, sometimes even unlikely, but that can teach you two precious truths: Love is the only thing that can give life, can replenish it, condition it and make it end…and everything happens for a reason, Destiny accompanies our lives.
Two characters leave the stage during the movie, two others may start a future together, but it is left to the viewer’s imagination. Everything happens by accident, so that at the end you ask yourself if it wasn’t all already prearranged.
We cannot leave out the message the director gives us about the life of people in a coma: we must never forget that love is the greatest strenght, that can even get their life back.
The cameo of Tomas Mendez’s Cucurrucucù Paloma, interpreted by Caetano Veloso, is really touching; and it’s nice to see the director’s friends and actors all together in his villa. There are also some references to rapist and pedophile missionaries and to the right of sexual liberty, typical of an anticlerical director.
This is a story that is easy to watch and live, it gets you with its colors, ambience, music and a screenplay worth an Oscar (in 2003).
If you love Almodovar, when you watch one of his movies you feel at home, like when your dad or grandfather is telling you a story.
This movie is particularly touching, sweet and smart. There’s a black and white passage I really love. Paz Vega is playing a doctor that’s creating an experimental drug – “a great revolution in the nutrition field” –; but when her boyfriend drinks it, he becomes really little, and then goes inside her and stays there forever. It’s really similar to the Benigno and Alicia’s episode: he gets inside her and gives her a new life and a second chance.
You might have noticed also the recall to silent cinema: both in the black and white short film with Paz Vega and in the whole movie, which is divided in chapters, each one with a different title: “Marco y Lydia”, “Benigno y Alicia” and “Marco y Alicia”.
Last but not least, there’s a simile between Lydia’s scene, where she’s interviewed by a pressing and sassy Tv presenter, and a similar one in the movie “Volver” (2006), where Agustina has to answer to Tv impertinent questions, and goes away like Lydia does.
Almodovar is a director that likes to go back to the same elements and styles. If you know him well, you know that his movies might have some similes, some common elements. But what’s surprising about him is that, watching one of his movies, these elements always have something new about them.
You never get bored of Almodovar, he never makes a mistake. He’s a genius that’s able to talk about amazing stories with love, fantasy and something unique.

I hope that you will see the movie and you can appreciate it,

have a nice evening,

Cris

Sources: Wikipedia

Traduzione a cura di Giulia Macciò





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