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Parla con lei; con questo film del 2002 Almodovar come solo lui sa fare, senza sembrare eccessivo, dipinge una storia intricata, a tratti inverosimile ma che insegna due preziose verità: l’Amore è l’unica cosa che può donare la vita, la può riempire, condizionare e far finire e…ogni cosa accade per un motivo, il Destino accompagna le nostre vite.
Due
personaggi escono di scena in questo film, due iniziano forse uno futuro
insieme che viene lasciato all’immaginazione dello spettatore; tutto accade
così per sbaglio che alla fine ci si chiede se non era tutto già stabilito.
Da
non tralasciare è il messaggio che il regista lancia riguardo alla vita delle
persone in coma; non dimentichiamo mai che l’amore è la forza più grande, che
può (ri)donare la vita.
Toccante
il cameo di Cucurrucucù Paloma di Tomas Mendez, interpretato da Caetano Veloso; bello è anche vedere tanti attori e amici del regista riuniti nella sua villa
durante questa sequenza;
taglienti
e tipici del regista anticlericale sono i riferimenti in una scena ai
missionari violentatori e pedofili e al principio del diritto alla libertà
sessuale.
Una
storia che si lascia guardare, si lascia vivere, che ti cattura coi suoi
colori, con le sue atmosfere, con le musiche tipiche di Almodovar e con una
sceneggiatura da premio Oscar (nel 2003).
Per
chi ama Almodovar, vedere un suo film è come essere a casa e sentirsi
raccontare una storia dal proprio nonno o dal proprio papà.
Questo
film è particolarmente toccante, dolce e intelligente; bellissima la sequenza
in bianco e nero in cui Paz Vega interpreta una dott.ssa che crea un farmaco
sperimentale, “una vera rivoluzione nel campo della nutrizione”, ma il suo
fidanzato, bevendola, diviene piccolissimo e, successivamente, entra dentro di
lei e ci rimane per sempre; da collegare con la storia di Benigno e di Alicia:
lui entra in lei e le ridona la vita e una nuova occasione.
Da
osservare anche il richiamo al cinema muto: sia nel “cortometraggio” in bianco
e nero con Paz Vega, sia nell’intero film che è , proprio come i film muti,
diviso in capitoli dai titoli: “Marco y Lydia”, “Benigno y Alicia” e “Marco y
Alicia”.
Per
ultimo, si noti la somiglianza tra la scena in cui Lydia è intervistata da una
pressante e impertinente conduttrice televisiva e la scena simile nel film “Volver”
(2006) in cui analogamente il personaggio di Agustina viene intervistato con
domande impertinenti in tv e , in modo identico a Lydia, va via dalla
trasmissione.
Almodovar
è un regista che ricorre , potrei dire in maniera quasi nostalgica, ad alcuni
elementi, ad alcuni stili; se lo si conosce si sa che i suoi film possono avere
delle somiglianze, dei richiami che ricorrono in tutte le sue pellicole; la
cosa sorprendete di Almodovar è che, guardando un suo film, proprio questi
elementi risultano sempre delle novità.
Non
stufa mai Almodovar, non sbaglia; è un genio che con amore, fantasia e qualcosa
che solo lui ha dentro, riesce a raccontare storie meravigliose.
Spero guardiate la pellicola e la possiate apprezzare,
buona serata,
Cris
Fonti: Wikipedia
“Talk
to Her”. With this 2002 movie,
as only himself can do, Almodovar portraits an intricate story, sometimes even
unlikely, but that can teach you two precious truths: Love is the only thing
that can give life, can replenish it, condition it and make it end…and
everything happens for a reason, Destiny accompanies our lives.
Two characters leave the stage
during the movie, two others may start a future together, but it is left to the
viewer’s imagination. Everything happens by accident, so that at the end
you ask yourself if it wasn’t all already prearranged.
We cannot leave out the message the
director gives us about the life of people in a coma: we must never forget that
love is the greatest strenght, that can even get their life back.
The cameo of Tomas Mendez’s Cucurrucucù
Paloma, interpreted by Caetano Veloso, is really touching; and it’s nice to see
the director’s friends and actors all together in his villa. There are also
some references to rapist and pedophile missionaries and to the right of sexual
liberty, typical of an anticlerical director.
This is a story that is easy to
watch and live, it gets you with its colors, ambience, music and a screenplay
worth an Oscar (in 2003).
If you love Almodovar, when you
watch one of his movies you feel at home, like when your dad or grandfather is
telling you a story.
This
movie is particularly touching, sweet and smart. There’s a black and white
passage I really love. Paz
Vega is playing a doctor that’s creating an experimental drug – “a great revolution
in the nutrition field” –; but when her boyfriend drinks it, he becomes really
little, and then goes inside her and stays there forever. It’s really similar
to the Benigno and Alicia’s episode: he gets inside her and gives her a new
life and a second chance.
You might have noticed also the
recall to silent cinema: both in the black and white short film with Paz Vega
and in the whole movie, which is divided in chapters, each one with a different
title: “Marco y Lydia”, “Benigno y Alicia” and “Marco y Alicia”.
Last but not least, there’s a simile
between Lydia’s scene, where she’s interviewed by a pressing and sassy Tv
presenter, and a similar one in the movie “Volver” (2006), where Agustina has
to answer to Tv impertinent questions, and goes away like Lydia does.
Almodovar
is a director that likes to go back to the same elements and styles. If you
know him well, you know that his movies might have some similes, some common
elements. But what’s
surprising about him is that, watching one of his movies, these elements always
have something new about them.
You
never get bored of Almodovar, he never makes a mistake. He’s a genius that’s able to talk about amazing
stories with love, fantasy and something unique.
I hope that you will see the movie and you can appreciate it,
have a nice evening,
Cris
Sources: Wikipedia
Traduzione a cura di Giulia Macciò
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